L’ARTE INTERROGATA

L’ARTE INTERROGATA

  1. Etica/Estetica

L’etica dell’artista come comportamento nel mondo e come responsabilità morale verso di esso si manifesta nell’integrità e nell’autenticità della persona in relazione al suo prodotto artistico.

Il mio lavoro video ad esempio è rivolto alla documentazione del presente che osservo, senza intervenire con un “filtro” artistico. Ad esempio: ho ripreso le autostrade della Svizzera percorrendole in macchina, le stradine e le zone pedonali di Firenze, ho ripreso frontalmente  tre  amici mentre guardavano una partita di calcio, ho anche montato 5000 fotografie in un video, ho realizzato un  filmato di un coro maschile che recita un canto tradizionale della regione da cui provengo. Quindi la mia estetica è quella del minimo intervento, del lasciare le cose parlare da sé, l’artista non si propone come inventore ma come osservatore che invita lo spettatore a liberare lo sguardo e a vedere le cose con il distacco necessario per diventare da protagonista ad osservatore. E’ questo l’attimo di purezza e di chiarezza che serve anche a sminuire l’orgoglio .Infatti  il mio lavoro vuole evidenziare alcuni elementi che, di solito, sono fonte di orgoglio: la bellezza conclamata di città come  Firenze, la squadra del cuore, le costruzioni architettoniche e le bellezze naturali, nello specifico del mio lavoro quelle della Svizzera, gli elementi emblematici che, tra l’altro, finiscono spesso come souvenir. In ogni caso il mio non e’ un approccio indirizzato ad una visione ironica delle realtàche osservo, ma semplicemente documentativo .

  1. Maestri e compagni di strada

Salomè Archain, Till Augustin/ scultore, Roberto Barni/ artista, Jeff Beer/ artista, Marlies Becker, Maurizio Berlincioni/ fotografo, John Bock/ artista, Skok Borut/ artista, Bazon Brock, Hans Bruischütz, Michelangelo Buonarroti Jun/ pittore, Antonio Buonfiglio/ artista, Gerd Burger, Joachim Burmeister, Daniela Butsch/ artista, curatrice, Rosanna Chiessi, Costantino Ciervo/ artista, Sonja Cöster/ storico d`arte, Lowell Darling/ artista, Antoine DePerrot/ architetto, Motoko Dobashi/ artista, Peter Doig/ artista, Cècile Engelen/ storico d`arte, Urs Fischer/ artista, Ludwig Fenzl, Nicola Formos/ artista, Olof Franson, Gustavo Giulietti/ pittore, professore, Peter Goi/ artista, Norbert Gruener/ fotografo, Veronika Haraldson/ artista, Thomas Hart/ artista, Barbara Heim/ artista, Gregor Hildebrandt/ artista, Günter Hirsekorn/ artista, professore, Rosemarie Hero, Rikke Hostrup/ artista, Jürgen Huber/ artista, Franziska Hufnagel/ pittrice, Irene Jørgensen/ artista, Bettina Kaufmann/ storico d`arte, Elisabeth König, Thomas Kunz, Peter Land/ artista, Barbara Lauterbach/ storico d`arte, Arnold Leifert/ scrittore, Gabriella Lerario/ storico d`arte, Micha Lübcke, Pietro Mele/ artista, Matthias Männer/ artista, Reto a Marca, Silvina Mateo/ amica, Oliver Mathes/ amico, Salvatore Mazza/ fotografo, Anna Mazzanti/ storico d`arte, Jürgen Neumann/ filmmaker, Christian Niccoli/ artista, Bettina Nielli Briand/ artista, Francesco Ozzola/ artista, Marco Pace/ artista, Carlo Palli, Chiara Palozza/ restauratrice d`arte contemporanea, Gerardo Paoletti/ artista, Marc Pätzold/ pittore, Roberto Pellegrini/ fotografo, Frank Pieperhoff/ artista, Daniele Renzi/ artista, Sergio Risaliti/ curatore, Susanne Roewer/ artista, Paolo Rubei, Andrea Sassi/ curatore, Gianni Sassi, Christof Schlingensief/ artista, Angelika Schmidkonz, Pavel Schmidt/ artista, Monica Schori, Dietmar Spoerl/ artista, Daniel Spoerri/ artista, Ludwig Spreitzer/ assessore alla cultura, Andreas Stürz/ grafico, Harald Szeemann/ curatore, Pier Luigi Tazzi/ curatore, Kathrin Unger, Valentina Valentini, Giuliana Videtta/ storico d`arte, Konstantin Vogas/ storico del theatro, Anna Wahlfors/ restauratrice d`arte, Matthias Weber/ artista, musicista, Thomas Weiss/ journalista, Anke Westermann/ artista, Paul Wiedmer/ scultore, Nicole Wittek/ artista, grafica, Sisley Xhafa/ artista, Renato Zecchino/ architetto, Jack Z`Graggen/ artista, Christine Zimmert

  1. Committenza

La committenza intesa come un incarico artistico dato da un’istituzione, da un collezionista o da un mecenate non mi vincola ma, al contrario, mi dà la possibilità di sviluppare progetti, mi sprona ad una trasformazione attiva delle mie idee basandomi sulla situazione reale.

Intendo il termine “committenza” come la base del mio lavoro, nel senso che i luoghi, le persone, gli archivi, le situazioni con le quali mi rapporto diventano il mio “committente”, delimitano il contesto del mio lavoro, mi spingono a reagire e a capire le potenzialità da sviluppare. Ad esempio relazionarmi ad un luogo,alla gente che lo frequenta, alla sua storia, allo spazio,mi da la possibilità di comprendere le regole secondo le quali una situazione è diventata quello che è.

  1. Dimensioni del tempo

Il tempo in cui mi muovo è il secondo prima e il secondo dopo dell’ attimo che sto vivendo: ho bisogno di questo spazio per poter lasciare le cose rivelarsi da sé. E’ infatti nella frazione di secondo che separa l’attimo prima da quello dopo che le cose cambiano, che diventano da “alla moda” ” poco alla moda”,fino a non esserlo più, come ad esempio il Kitsch che fino all’altro ieri era normale, poi è diventato brutto, ora terribilmente “figo” solo per pochi (mentre per altri è rimasto sempre uguale), finché non morirà per sempre ma sopravivrà nella mia arte come testimonianza  di questo processo.

Nel mio lavoro la dimensione del tempo è collegata strettamente alla memoria, come contaminatore/collegamento tra tempo e società/mondo. La memoria che abbiamo tutti in comune e che ci collega a certi posti, momenti e situazioni, ma che crediamo unica, speciale e particolare. Ad esempio, andiamo tutti al mare, ci godiamo i tramonti, compriamo tutti gli stessi souvenir, percorriamo le stesse vie e facciamo, più o meno, le stesse foto. La mia ricerca si basa su questa memoria in comune, sul bisogno di conformismo e su tutti i momenti/elementi, che lo rendono visibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gabriela Leraio, Herausgeber Enrico Crispolti